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SARÀ SCULTURA

FRANCO MAZZUCCHELLI Sarà Scultura
A cura di Edoardo De Cobelli, Giammarco Cugusi e Veronica Botta

Nel 1971 Franco Mazzucchelli abbandona alcuni oggetti gonfiabili davanti allo stabilimento dell’Alfa Romeo di Milano, tra le automobili e i giochi dei bambini. Alcuni operai, intervistati durante la pausa lavorativa, cercano di ricondurre questi oggetti a una dimensione familiare, nel tentativo di identificarne una funzione. Durante le interviste, che oscillano tra un totale disinteresse e una spiccata curiosità, il disorientamento iniziale viene sostituito da un flusso di pensiero libero che dà vita a definizioni surreali e contraddittorie:

— Che cosa sarebbero queste cose qua?
— A lei cosa suggeriscono?
— A me suggeriscono niente. Che occupano il posto delle macchine e basta.
— C’è una autorizzazione.
— Ma d’accordo, non lo metto in dubbio, ma non so… dico la.. la… cosa vogliono dire, cosa suggeriscono.
— A lei nulla?
— Cosa rappresentano… Per me rappresentano nulla, proprio nulla.
— Ma se ci sono, nulla non sono.
— Nulla non sono, tutto non è nulla, però diciamo così non è, non so dare una descrizione, una…
definizione non la posso dare.
— Sono delle strutture.
— Strutture che possono servire a qualche cosa di utile?
— Tutto deve essere necessariamente utile?
— No, non deve essere necessariamente utile, però, diciamo così, devono pure servire a qualche cosa no? Non lo so… se fosse un domani, una cosa da poter mettere in un salotto, in una camera, comprenderei, beh!, un oggetto che può essere utile in casa, ma questo dove può essere utile?
— Beh, ha visto quanti bambini ci giocano?
— Ah, per giocare!… è un po’ troppo grande come giocattolo no?… Non le sembra?
— Comunque sono delle strutture, opera dello scultore Mazzucchelli.
— Ah, beh!.. Sarà scultura.

Mazzucchelli stesso, verso la fine degli anni ’60, sceglie di “abbandonare definitivamente l’idea di considerare i gonfiabili alla stregua di strutture estetiche o, per lo meno, opere d’arte”. Questo apre una nuova dimensione critica del suo lavoro; la sua pratica si avvicina alla partecipazione totale e contemporaneamente ne analizza le dinamiche sociali. Quando successivamente la sua ricerca si sposta verso una dimensione più estetizzata — attraverso l’esposizione di oggetti
gonfiabili in spazi deputati all’arte e allo sviluppo della serie Bieca Decorazione — l’intento critico originario, seppur sempre presente, diventa di più difficile lettura.
La mostra è un’occasione per esplorare la natura ambivalente di questi oggetti gonfiabili, che cambiano il loro significato in maniera così radicale in base al luogo dove sono presentati e alle modalità espositive. Sarà scultura si svilupperà sia all’interno di Spazio Volta, dove diverse opere si susseguono per tutta la durata della mostra, sia in Piazza Vecchia, in occasione del festival ArtDate
in novembre, dove avrà luogo un intervento che si aprirà all’interazione con il pubblico. Diversi livelli di significato, tra decorazione e azione sociale, saranno dunque al centro di questa mostra personale: tanto la questione della forma, che dominerà l’esposizione nella volta, quanto la reazione suscitata nel pubblico da un rapporto non mediato con le opere.